Siamo nel 1979.
Si sta lavorando alla sistemazione delle cantine di un’antica casa di via Campo Marzio 48.
D’improvviso, a 7 metri dal livello stradale e sotto 10 centimetri di acqua, appaiono grandi lastre di travertino sulle quali, in liste di bronzo orizzontali e verticali, sono riprodotti i segni zodiacali di Ariete, Toro, Leone e Vergine.
Vengono convocati degli esperti archeologi, che di li a poco dicono di non avere alcun dubbio: si tratta di una sezione del grande orologio solare che si estendeva nella zona di Campo Marzio tra le attuali via della Lupa e piazza San Lorenzo in Lucina, là dove già nel ‘400 era stata scoperta una parte della grande meridiana.
Si tratta, senza ombra di dubbio, del grande orologio solare realizzato dall’imperatore Augusto nel 10 a. C.
Un’opera che misura 160 metri per 60.
Vi era sovrapposto centralmente uno zoccolo di un obelisco, che Augusto aveva fatto trasportare dall´Egitto.
L’obelisco aveva la funzione di gnomone, cioè di «braccio indicatore», perché sulla cima svettava una sfera con puntale, raggiungendo un’altezza di cento piedi romani, ovvero 29 metri e mezzo.
L´ombra della sfera proiettata sul quadrante indicava l´ora, il giorno e il mese.
Inoltre al tramonto del 23 settembre, nel giorno e nell´ora della nascita di Augusto, l´ombra calava sull’Ara Pacis come omaggio all´imperatore.
L´orologio solare, ideato dal matematico Facundus Novius, restò in funzione solo circa mezzo secolo, perché, come scrive Plinio, crollò per un terremoto e le inondazioni del Tevere, che vennero depositando larghi strati di melma sulle lastre del quadrante.
Dunque, tutto andò perduto?
No. Innanzitutto l´obelisco venne alla luce in cinque pezzi, e fu riconosciuto per quello usato come gnomone dalle iscrizioni augustee incise sul basamento che ricordano la conquista dell´Egitto.
Fu restaurato con i frammenti di granito rosso della Colonna Antonina, che in piccole parti non ricomponibili già dal 1703 era stata scoperta, e tra il 1790 e il 1792 venne eretto in piazza Montecitorio davanti al palazzo dei Tribunali, oggi della Camera dei Deputati.
E allora si pensò di riattivare la sua funzione gnonomica, sovrapponendovi un globo con tanto di simboli araldici del papa PIo VII, e forato in modo che potesse passarvi un raggio di sole convogliato a terra, segnalando l´ora su appositi listelli da collocare nella pavimentazione della piazza.
Ma quei listelli non arrivarono. e per l’ora ci si rimise alle campane di Montecitorio.
Si dovette arrivare ai giorni nostri per rinnovare la funzione gnonomica dell´obelisco.
Il 7 giugno 1998, con l´inaugurazione della nuova sistemazione di piazza Montecitorio, furono infatti impiantati dodici selci-guida sulle gradinate antistanti il palazzo, e l´obelisco riprese a segnare l´ora.