Incastonato come un gioiello nel Colle Aventino, con vista mozzafiato sul Circo Massimo, sul Palatino e sul Celio, sorge il Roseto Comunale di Roma, 10.000 metri quadri di pura delizia e poesia.

Questo giardino fu il cimitero della Comunità Ebraica di Roma dal 1645 al 1934, quando fu accorpato al Verano nel Settore Israelitico. dopo che numerose vestigia funebri erano state smontate e rimontate nel nuovo sito, ma si era altrettanto certi che ancora molta dell’eredità della Comunità Ebraica fosse rimasta nelle profondità del sito originario.

Dopo il trasferimento al Verano, l’area verde oggi adibita a roseto venne dimenticata, fino a diventare “orto di guerra” durante il secondo conflitto mondiale.

Vista dall’alto, la raggera di viali che innerva l’area del roseto rivela, ricordando una Menorah, l’origine ebraica del sito

Nel 1950 il Presidente della Comunità Ebraica accettò di istituire in quest’area il nuovo Roseto Comunale (il precedente era sul Colle Oppio, gravemente danneggiato durante la guerra).

Due steli con le Tavole di Mosè vennero quindi sistemati all’ingresso, e i vialetti furono disegnati a forma di Menorah, il candelabro a sette bracci antichissimo simbolo della cultura ebraica.

Il roseto è diviso in due settori: quello più grande ospita una collezione di 1.200 varietà e specie che ripercorre la Storia della rosa dall’antichità ai nostri giorni.

L’altro ospita le rose che partecipano al concorso internazionale “Premio Roma”, che si svolge ogni anno, naturalmente, a maggio, il tradizionale mese dedicato alla regina dei fiori.

I settori del Roseto Comunale, davanti allo sfondo impareggiabile del Palatino

Il concorso si svolse per la prima volta nel 1933, presso il vecchio roseto di Colle Oppio, alla presenza della contessa americana Mary Senni, fiera ideatrice sia del roseto, sia del concorso, e si ispirava al concorso di Bagatelle, nei pressi di Parigi.

La competizione annuale tra le nuove varietà di rose è una delle più antiche al mondo.

Oltre a ciò, il nostro roseto vanta una nutrita collezione di rose spontanee, nonchè di rose antiche, che come gli esperti ben sanno sono le uniche a emanare un intenso profumo.

Tra le rose più famose della collezione è bene menzionare la Rosa Primula, originaria del Medio Oriente, dalle foglie che emanano un forte profumo di incenso; la Rosa Eglanteria, tanto cara a Shakespeare, che emana un intenso profumo di mela verde; la Rosa Sempervirens, chiamata anche la Rosa di San Giovanni, perchè fiorisce intorno al 24 di giugno; la Rosa Moscata, che prende il nome da una capretta tibetana dalla quale si ricava il profumo Musk; la Rosa Pteracantha, originaria della Cina, con le spine a forma di ala di uccello, unica rosa con quattro petali; l’antica Rosa Kazanlak, dalla quale si estrae la costosa essenza che viene utilizzata come base per i profumi più pregiati; la Rosa Arvensis Splendens, che raggiunge anche un’altezza di cinque metri e profuma di mirra, e poi la più antica tra tutte, la Belle Portugaise, dalla veneranda età di circa novant’anni, biglietto da visita color rosa pastello della splendida scenografia del Roseto Comunale di Roma.

Una delle meraviglie della Natura visibili al Roseto Comunale di Roma: le spine a forma d’ala della rarissima Rosa Pteracantha

Va detto senza ombra di dubbio che il Colle Aventino ha un “DNA” profondamente floreale.

Già nel III secolo a.C., infatti, proprio qui sorgeva il primo tempio dedicato a Flora, la Dea romana dei fiori e della primavera.
A breve distanza dal Circo Massimo, tra fine aprile e inizio maggio, si tenevano i Floralia, ossia le celebrazioni dedicate a Flora.

A distanza di più di due millenni, possiamo continuare a sognare tra petali, essenze e colori dell’Aventino.

Vi aspetto!

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