Nella prima metà del mese di dicembre 2019, un restauro finanziato dai mecenati della fondazione svizzera Evergete ha restituito la parete nord della navata sinistra della basilica con la sua decorazione e lo stucco nel cui impasto è stata miscelata anche la madreperla. Deciso anche il restauro della parete sud.
Secondo il parere di alcuni studiosi, l’edificio sotterraneo situato a Porta Maggiore, risalente al I secolo d.C., era la tomba della famiglia degli Statili, considerata molto vicina all’Imperatore Augusto. Per altri, invece, la Basilica dei Misteri è stata la sede di culti misterici, neo-pitagorici (le sue misure hanno tutte una relazione con il numero tre) o orfici.
Gli ultimi studi della Soprintendenza di Roma tendono a avallare entrambe le interpretazioni in maniera sequenziale.
Molto presto una nuova luce illuminerà gli stucchi interni della Basilica Sotterranea di Porta Maggiore, mentre nell’Aula didattica, situata al piano terra, la realtà aumentata consentirà ai visitatori di guardare da vicino le decorazioni.
Fin dalla sua scoperta nel 1917 (fu rinvenuta casualmente durante i lavori di consolidamento dei soprastanti binari ferroviari), la Basilica Sotterranea di Porta Maggiore ha affascinato sempre studiosi di archeologia e non solo. L’edificio, di ridotte dimensioni (12 metri di lunghezza per 9 metri di larghezza, per un totale di 108 metri quadrati complessivi), presenta lo schema classico a navata centrale con le ali laterali divise da pilastri più l’abside di fondo.
Tre gli ambienti di questo antico e misterioso edificio a Roma: Dromos (l’accesso dall’antica via Prenestina, un lungo corridoio in pendenza che dalla superficie portava sottoterra alla Basilica), Vestibolo (l’ingresso, decorato con stucchi policromi) e Basilica (con le tre navate e l’abside interamente decorata con stucchi bianchi).
Nell’apparato decorativo del Vestibolo e dell’aula basilicale compaiono scene tratte dal repertorio greco romano (le fatiche di Ercole, il rapimento di Ganimede, Hermes e Alcesti, Medusa, Baccanti etc.) e oggetti utilizzati per riti religiosi (mense, anfore lustrali, etc.). Molto dibattuta è l’interpretazione del catino absidale con la rappresentazione di Saffo nell’atto di lanciarsi dalla rupe di Leucade alla presenza di Apollo e Faonte.