Spesso si favoleggia di incredibili ville che, in quel di Hollywood o di Beverly Hills, le star del cinema si sono fatte “cucire su misura”, senza badare a spese, investendo centinaia di milioni di dollari nella realizzazione dei loro capricci più sfrenati; piscine da mille e una notte; schermi I-Max per guardare le loro prime con gli amici; bagni rivestiti d’oro con rubinetteria tempestata di pietre preziose…
Eppure, qualcuno, in questa corsa allo sfarzo più sfrenato, li ha preceduti di ben venti secoli.
E’ forse il caso di ricordare il suo nome?
Naturalmente, si chiamava Nerone.
Tra le opere architettoniche più incredibili dell’antichità va sicuramente ricordata la Domus Aurea, la mitica residenza che l’imperatore (non troppo valente) musicista commissionò agli architetti Severo e Celere subito dopo l’incendio che distrusse Roma nel 64 dopo Cristo.
Si trattava di un’enorme e lussuosa dimora di 80 ettari, costruita su tre Colli, e dotata di un grande lago artificiale (che si trovava nel luogo in cui oggi sorge il Colosseo).
Tra le meraviglie della Domus Aurea, l’ultimo mistero è la scoperta della Coenatio Rotunda, la sala da pranzo girevole di Nerone.

Da secoli si sapeva dell’esistenza di questa modernissima stanza per ricchi banchetti, ma decenni di ricerche archeologiche sui colli Esquilino e Palatino non avevano dato alcun esito.
Svetonio, nella Vita dei Cesari , ne parlava come “sala da pranzo principale della Domus Aurea”, e la descriveva come una “sala che ruotava giorno e notte, imitando il movimento del mondo”
“PRAECIPUA CENATIOURUM ROTUNDA, QUAE PERPETUO DIEBUS AC NOCTIBUS VICE MUNDI CIRCUMAGERETUR”
Per secoli sì pensò che questa fosse una favola legata alla leggenda della follia di Nerone.
Nel giugno del 2009, in seguito a scavi frutto di una collaborazione fra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, l’ École Française, e il Centre Camille Jullian di Aix en Provence, l’archeologa Francoise Villedien portò alla luce sul Palatino i mirabili resti della struttura che permetteva alla sala di ruotare.
Si tratta di un unicum: una torre circolare di quattro metri di diametro, alta dodici metri, ritrovata dopo duemila anni nelle viscere del Palatino a una profondità di quattordici metri, dopo aver percorso sessantadue gradini nella vigna Barberini, che fu possedimento dell’illustre famiglia romana.

Questa struttura può essere paragonata alla sala macchine di una nave; essa sorreggeva una piattaforma lignea circolare di almeno sedici metri di diametro, con una sorta di gazebo, che ruotava mosso da un sistema idraulico che utilizzava l’acquedotto Claudio, che al tempo serviva il Palatino.
Era il salone principale dove Nerone riceveva gli ospiti.
Il soffitto aveva dei fori dai quali scendevano petali di fiori e profumi per inebriare gli invitati.
Questa incredibile struttura divenne un prototipo per torri e fortezze militari di epoca rinascimentale.
Ma volendo pensare all’epoca moderna, esistono molti locali rotanti anche nel mondo a noi contemporaneo.
Senza uscire da Roma, pensiamo, per esempio, al ristorante ricavato in cima al cosiddetto Fungo dell’EUR, costruito alla fine degli anni ’50 in occasione dei giochi olimpici.

Fu eretto alla fine degli anni ’50, progettato dall’arch. Roberto Colosimo e dall’ing. Aldo Capozza .
Oltre a essere uno dei simboli dell’Eur, replica nel mondo moderno il concetto di sala rotante dell’antica Coenatio Rotunda della Domus Aurea.
In un primo momento, esso fu concepito come un “Belvedere” con pavimento girevole, per consentire ai visitatori di godere del panorama di Roma a 360 gradi comodamente seduti al tavolo.
Coincidenze?
Se provate un po’ di curiosità per questo memorabile reperto della Roma Imperiale, vi suggerisco una visita al Palatino, culla di Roma, luogo di una bellezza e di un fascino mozzafiato, pieno di sorprese, che potrete scoprire con me, se vorrete, per tornare indietro nel tempo e tornare a sentirsi eterni, com’è eterna questa città.
Chi lo sa se tra venti secoli le ville di Julia Roberts o di Tom Cruise saranno ancora lì?
